L’isola disabitata, Venezia, Zatta, 1795

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Padiglioni con vari sedili.
 
 ROBERTO, GIANGHIRA, VALDIMONE, GARAMONE, GIACINTA, PANICO, tutti a sedere, ed altre persone parte sedute e parte in piedi
 
 coro
 
    Tutti insieme radunati,
945tutti uniti in società,
 del paese impossessati,
 diamo il nome alla città.
 
 Roberto
 Io di Gianghira in grazia
 che si è fra noi salvata,
950senza esitanza alcuna.
 la direi la Città della Fortuna.
 Gianghira
 Anzi in riguardo mio
 nominare potreste la città
 Terra di Buon Amore e di Pietà.
 Valdimone
955Se la nostra nazione or vi comanda,
 la possiamo chiamar la Nova Olanda.
 Garamone
 O per la vicinanza
 del popolo chinese,
 si potrebbe chiamar China Olandese.
 Panico
960No, in grazia della China
 a noi poco lontana
 la possiamo chiamar Febbre Terzana.
 Carolina
 Io l’intitolerei Città Novella.
 Giacinta
 Ed io la chiamerei l’Isola Bella.
 Roberto
965Ciascuno, a quel ch’io sento,
 a diverso pensier finor si attiene;
 ora il voto comune udir conviene.
 coro
 
    Ciascuno accorda,
 ciascuno approva
970che sia chiamata
 l’Isola Nuova
 e il nome proprio
 della città
 Terra d’Amore
975si chiamerà!
 
 Roberto
 Dunque pensar dobbiamo
 che la città novella,
 Terra d’Amor chiamata,
 sia d’amor fecondata
980e con gli auspici di pudico amore
 sia al comun ben sagrificato il cuore.
 coro
 
    Dolce Cupido,
 piacer del mondo,
 sia questo lido
985per te fecondo;
 la bella pace,
 la fedeltà
 formin la nostra
 felicità.
 
 Roberto
990Adorata Gianghira,
 io vi ho veduta appena
 che mi accesi di voi. Se dal destino
 foste per opra mia serbata in vita,
 par che il destin meco vi voglia unita.
 Gianghira
995Ma, signore, i chinesi
 quivi testé arrivati,
 in qual guisa da voi fur licenziati?
 Roberto
 Basta, basta; di ciò più non si parli.
 Deh se non sono indegno,
1000bella, dell’amor vostro,
 porgetemi la man.
 Gianghira
                                     La grazia accetto,
 la mia fede vi giuro e il mio rispetto. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ROBERTO, VALDIMONE, GARAMONE, PANICO, CAROLINA e GIACINTA
 
 Valdimone
 (Che dirà Carolina?)
 Garamone
 (Cosa dirà Giacinta?)
 Valdimone
1005(Mi proverò di ritornar da lei).
 Garamone
 (Restar senza un’amante io non vorrei). (Gianghira che torna e li suddetti)
 Gianghira
 Ah signor, ci è di nuovo.
 In mare hanno osservato,
 verso questo paese,
1010più d’un legno chinese
 venir con gente armata
 che l’insegna di guerra ha dispiegata. (Parte)
 Panico
 Oh poveri di noi! Cosa sarà?
 Quest’è ben altro che charabacà!
 Roberto
1015L’ha predetto il mio core.
 Itene, Valdimone,
 raccogliete le genti all’armi usate;
 l’esercito ordinate,
 l’oste chinese ad incontrare andiamo.
1020La nostra libertà noi difendiamo. (Parte)
 
 SCENA III
 
 VALDIMONE, GARAMONE, PANICO, CAROLINA e GIACINTA
 
 Valdimone
 Vo a dar gli ordini in fretta
 perché venga difeso il bel soggiorno.
 Carolina vezzosa, a voi ritorno. (Parte)
 Carolina
 Vada e ritorni pur; se ne avvedrà;
1025lo vuo’ far disperare come va. (Parte)
 Giacinta
 Che fate voi, poltroni?
 Via, perché non andate
 a combatter voi pur? Qui cosa fate?
 Garamone
 Io son uomo di pace;
1030io non comando ai militar signori
 ma ai fabbri, ai falegnami e muratori.
 Panico
 Ed io son quell’eroe che il ciel destina
 ai salami, ai persutti e alla cucina.
 Giacinta
 Tutti in tale occasione
1035si hanno da far onore. Io, benché donna,
 voglio far come donna il poter mio.
 Garamone
 Anch’io vuo’ farlo.
 Panico
                                    E lo vuo’ fare anch’io.
 Giacinta
 
    Vuo’ prepararmi
 per cimentarmi,
1040all’armi all’armi. (Parte)
 
 Garamone
 
    Voglio provarmi,
 coraggio farmi,
 all’armi all’armi. (Parte)
 
 Panico
 
    Voglio scaldarmi,
1045satanassarmi,
 all’armi all’armi.
 
 Giacinta (Con una lancia)
 
    Con questa lancia,
 se alcun si accosta,
 la sua risposta
1050dar gli saprò.
 
 Garamone (Con una sega)
 
    Con questa sega
 se alla bottega
 viene un nemico,
 lo segherò.
 
 Panico (Con uno spiedo)
 
1055   Con questo spiedo
 se venir vedo
 Kakakomeri,
 l’infilzerò.
 
 Giacinta
 
    Voglio provarmi
1060con Garamone.
 
 Garamone
 
 Voglio segare
 quel bernardone.
 
 Panico
 
 Non mi toccare,
 t’infilzerò.
 
 a tre
 
1065   All’armi all’armi.
 Voglio provarmi,
 all’armi all’armi,
 timor non ho. (Partono)
 
 SCENA IV
 
 VALDIMONE e poi CAROLINA
 
 Valdimone
 Tutto è già preparato.
1070Anch’io di ferro armato
 voglio andare con gli altri a far il bravo.
 E se vado a morir? Valmone, schiavo.
 Almen pria di morire...
 Eccola qui davvero. (Vedendo venir Carolina)
1075Stava appunto con essa il mio pensiero.
 Carolina
 (L’amo ancora il briccone
 ma non lo voglio dir).
 Valdimone
                                          Già si avvicina,
 vezzosa Carolina, il morir mio;
 vengo a prender da voi l’ultimo addio.
 Carolina
1080Itene, non ho cuore
 di darvi un tale addio doglioso e mesto.
 Vi potranno ammazzar senza di questo.
 Valdimone
 Povero Valdimone!
 Lo trattate così?
 Carolina
                                Quanto mi spiace
1085che ora andate a morir!
 Valdimone
                                              Chi sa? Può darsi
 che dalla morte il mio valor mi esima.
 Carolina
 Ah foste morto almen tre giorni prima!
 Valdimone
 Vi domando perdon, ragazza mia,
 se a voi di gelosia dato ho il disgusto.
 Carolina
1090Io gelosa non son di quel bel fusto.
 Valdimone
 Se morissi però...
 Carolina
                                   Non piangerei.
 Valdimone
 Vado dunque a morir.
 Carolina
                                           Buon viaggio a lei.
 Valdimone
 Pazienza!
 Carolina
                     (Traditore!)
 Valdimone
 Non ci vedrem mai più.
 Carolina
                                              (Mi trema il core).
 
1095   Te lo dico in confidenza,
 tu non piaci agli occhi miei;
 che vuoi far? Quello non sei
 che in mio sposo sceglier vuo’.
 
 Valdimone
 
    Vi vorrà dunque pazienza;
1100manco mal che ho ritrovata
 una donna men spietata,
 con la qual mi sposerò.
 
 Carolina
 
    Vado a dar la man di sposa.
 
 Valdimone
 
 Vado a far la stessa cosa..
 
 a due
 
1105Ah! Purtroppo l’infedele
 meco finse amore e fé.
 
 Carolina
 
    Perché resti?
 
 Valdimone
 
                              Che non vai?
 
 Carolina
 
 Infedel!
 
 Valdimone
 
                  Troppo t’amai.
 a due
 
 Ah! Che fede non si trova;
1110ah! Che amore più non v’è.
 
 Carolina
 
    Ingrato!
 
 Valdimone
 
                      Crudele!
 
 Carolina
 
 Tu piangi?
 
 Valdimone
 
                       Sospiri?
 
 Carolina
 
 Sospiro per te.
 
 Valdimone
 
 Io piango per te.
 
 Carolina
 
1115   Una donna men spietata
 ti sei dunque ritrovata?
 
 Valdimone
 
 Io non piaccio agli occhi tuoi?
 Non son quel che sceglier vuoi?
 
 Carolina
 
 Io lo dissi per provarti.
 
 Valdimone
 
1120Per provarti il dissi anch’io.
 
 Carolina
 
 Ma tu sei l’idolo mio.
 
 Valdimone
 
 Ma tu sei il mio dolce amor.
 
 a due
 
    Siamo fedeli,
 siamo costanti;
1125più fidi amanti
 chi vide ancor?
 
    Andrà crescendo
 nel nostro core
 sì bell’ardore,
1130sì fido amor. (Partono)
 
 SCENA ULTIMA
 
 Campo di battaglia con padiglioni e machine militari e veduta di mare in prospetto con navi olandesi e chinesi.
 
 Segue combattimento fra le truppe chinesi, col quale s’intreccia il ballo, ed ottenutasi la vittoria dagli olandesi, escono i personaggi tutti dell’opera e cantano il seguente coro festivo intrecciato dalla contradanza de’ ballerini che festeggiano la vittoria ottenuta e le nozze di Roberto e Gianghira
 
 coro
 
    Viva la pace
 nel nostro core,
 viva la face
 del dio d’amore,
1135viva il bel genio
 di libertà.
 
 parte del coro
 
    Lieti godete,
 sposi felici,
 più non avrete
1140fieri nemici
 che vi contrastino
 felicità.
 
 altra parte del coro
 
    L’Isola Nuova
 da noi trovata
1145più non si trova
 disabitata;
 Terra d’Amore
 si chiamerà.
 
 coro pieno
 
    Viva la pace
1150nel nostro core,
 viva la face
 del dio d’amore,
 viva il bel genio
 di libertà.
 
 Fine del tomo quadragesimosecondo